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Anima: pesanti perdite per tutti i macchinari
15/10/2020

La botta c’è stata. I 9,4 punti percentuali negativi, su un fatturato totale di 44,5 miliardi registrato da inizio anno per l’industria meccanica italiana, sono difficili da osservare con freddezza. Ed è altrettanto complesso trarne valutazioni ottimistiche.

I risultati elaborati dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria mettono in evidenza lo stop subito dal sistema produttivo con il lockdown. «Sono numeri preoccupanti, che significano fabbriche a rischio chiusura, o che l’hanno già fatto e posti di lavoro persi», ha commentato il Presidente della federazione, Marco Nocivelli.

Con i loro 220mila addetti totali, le imprese raggruppate sotto il cappello di Anima spaziano dalle valvole alle caldaie, dall’impiantistica alla logistica. Per questo possono essere considerate come la cartina tornasole dell’industria meccanica italiana, da sempre orientata alla produzione di macchinari e con una forte propensione all’export. Il 58,3% della produzione del 2019 ha superato i confini nazionali.

Entrando nel dettaglio del rapporto, emerge che il settore più colpito sia quello della Logistica e Movimentazione, che registra un calo del -13,8% con un valore di produzione che si attesta intorno a 4,84 miliardi di fatturato. Seguono le Tecnologie Alimentari, con una perdita del -13,5% (4,55 miliardi fatturati). Una battuta d’arresto è segnata anche da Edilizia e Infrastrutture: -9,3% con 14,03 miliardi di fatturato. Come pure da Macchine ed impianti per la Sicurezza dell’uomo e dell’ambiente, con un fatturato a fine anno intorno ai 3,13 miliardi di euro (-8,4%). L’energia si è fermata, invece, a 15,05 miliardi di euro (-7,4%). Infine, il settore Tecnologie e prodotti per l’Industria dovrebbe attestarsi sui 2,94 miliardi (-7%), subendo quindi perdite leggermente più contenute rispetto agli altri.

«Siamo tornati ai livelli del 2016 – ha aggiunto Nocivelli – e per il recupero bisognerà evitare quelle tattiche poco incisive, fatte di iniziative a pioggia, e al contrario iniettare misure massicce, a vantaggio di pochi ambiti, in grado di generare valore a cascata e far ripartire il treno Italia sui binari della sostenibilità produttiva e con un’energia basata su velocità ed efficienza».