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Materie prime: i rischi della transizione energetica per l’Europa
4/05/2022

Lo studio condotto dall'Università Cattolica di Lovanio. Eurometaux lancia l'allarme

Secondo uno studio commissionato da Eurometaux, l’Unione europea rischia una carenza massiccia di materie prime critiche per le tecnologie rinnovabili, e dunque future dipendenze da fornitori instabili. L’analisi è stata condotta da un gruppo di ricercatori afferenti all’Università Cattolica di Leuven, in Belgio, è la prima del suo genere nel quantificare le necessità materiali dell’Ue per raggiungere la neutralità climatica e i desideri di maggior autonomia strategica nei settori industriali cruciali per il Green Deal.

Lo studio stima che, per raggiungere i suoi obiettivi di metà secolo, l’Europa dovrà trovare una quantità di litio 35 volte superiore a quella di ora; per le terre rare, invece, si parla di 7-26 volte di più. Serviranno anche 1,5 milioni di tonnellate di rame (+35) e 400nichel tonnellate di nichel: il doppio di oggi.

Tra le pagine dell’analisi si può anche leggere che nei prossimi 15 anni ci sarà una crisi delle forniture di metalli. Di positivo c’è però che fino al 75% del fabbisogno potrà essere soddisfatto dal riciclo, a condizione però che gli investimenti saranno sufficienti.

Consulta QUI l'analisi completa.