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Imprese, Assofond: situazione stabile nel primo trimestre 2022, ma la guerra in Ucraina fa precipitare la fiducia a breve termine
congiuntura assofond dati trimestrali
11/05/2022

I rincari di materie prime ed energia hanno costretto le imprese ad aumentare i prezzi dei prodotti: se questa dinamica dovesse perdurare, si corre il rischio di un calo della domanda

Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale realizzata dal Centro Studi di Assofond – l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane – le imprese del settore si aspettano un 2022 difficile, nonostante un inizio d’anno positivo sotto il profilo delle principali variabili economiche. Alla buona performance relativa al fatturato, principalmente dovuta all’aumento dei prezzi di vendita a sua volta generato dai rincari di energia e materie prime, fa infatti da contraltare un forte calo delle aspettative per i prossimi mesi.

In crescita il fatturato (+12% sul trimestre precedente), ma cala la fiducia a breve termine
Il fatturato delle fonderie è cresciuto del 12% rispetto al trimestre precedente. Il 74% delle fonderie che hanno risposto all'indagine ha indicato una crescita dei ricavi: nel 38% dei casi è stata indicata come motivazione di incremento del fatturato l'aumento dei prezzi dei getti, mentre nel 29% dei casi un aumento delle commesse

La proiezione di fine anno sulla variazione di fatturato rispetto al 2021 è pari a una crescita del +12%.

Dal punto di vista della fiducia, il giudizio complessivo delle fonderie sulla situazione economica non è negativo: nel primo trimestre l'indice ACT (che misura il giudizio su come le aziende abbiano trascorso il trimestre di riferimento) è prossimo ai 50 punti e ne guadagna uno rispetto al trimestre precedente.

Al contrario, la fiducia di breve periodo risulta in calo per il quarto trimestre consecutivo: l'indice SIX (che sintetizza le risposte sulle aspettative dei sei mesi successivi alla rilevazione) inoltre, registra un nuovo minimo assoluto (31 punti), con la maggioranza del campione (51,2%) che vede la situazione in peggioramento.

In crescita la visibilità degli ordini e l’utilizzo di capacità produttiva
La visibilità degli ordini è in media di 2,7 mesi, in crescita del +3,5% rispetto al trimestre precedente: il giudizio della maggioranza delle fonderie è di soddisfazione (60,5%) e risulta in aumento anche l'incidenza di chi ritiene la visibilità raggiunta come ottimale (18,6%). L'utilizzo di capacità produttiva, anch'esso ponderato per dimensione di impresa, nel primo trimestre 2022 è in aumento al 79,3%: il secondo miglior risultato degli ultimi tre trimestri.

Ai minimi il ricorso agli ammortizzatori sociali
Ancora in calo la curva che misura l'incidenza sul campione delle fonderie che fanno ricorso ad almeno uno strumento di ammortizzatore sociale: nel primo trimestre del 2022 la percentuale è pari al 20,9%, dato che rappresenta il valore più basso dell'ultimo anno.

Analisi per comparto: bene i ricavi per ghisa e non ferrosi, ma fiducia in forte calo
Il fatturato cresce in tutti i comparti, sebbene per le fonderie di acciaio l'incremento sia più sottile (+1%) rispetto a quelle di ghisa (+15%) e di metalli non ferrosi (+11%). Il buon andamento del primo trimestre è spinto innanzitutto dall'incremento dei prezzi di vendita e da un numero più elevato di giorni lavorati, ma anche da un aumento delle commesse su modelli già esistenti e, nel caso delle fonderie di ghisa, anche dalla produzione di nuovi modelli.

Le sensibilità circa il futuro prossimo sono differenti all'interno dei tre comparti: anche se la fiducia è in calo per tutte le fonderie, quelle di acciaio sono meno pessimiste in merito al quadro economico dei prossimi sei mesi, mentre le fonderie di ghisa e quelle di metalli non ferrosi si aspettano scenari decisamente peggiori.

Difficile un assestamento a breve termine, il rischio ora è il crollo della domanda
«I dati del primo trimestre – sottolinea il presidente di Assofond Fabio Zanardi – ci dicono sostanzialmente due cose: la domanda di getti a inizio anno era ancora molto buona e le commesse, in linea generale, sono aumentate. D’altra parte, oggi ci troviamo di fronte a fortissime criticità, come dimostra il calo di fiducia sui prossimi mesi. L’esplosione dei costi energetici cui stiamo assistendo ormai da settembre 2021, acuitasi con l’inizio del conflitto in Ucraina, ha un impatto di portata tale da azzerare i margini operativi lordi delle fonderie. Sul fronte delle materie prime, poi, la guerra ha messo fuori gioco i due principali fornitori di ghisa in pani, Russia e Ucraina, dalle quali arrivava grossomodo il 70% dei fabbisogni nazionali. Gli altri canali cui siamo costretti a ricorrere, principalmente il Brasile, hanno costi decisamente più elevati. Sommando questi due fattori all’aumento di metalli come Cromo, Nichel e Molibdeno e l’aumento dei prezzi legati alle materie prime secondarie, il risultato è che il prezzo di un getto di fonderia ha subito rispetto all’anno scorso rincari dell’ordine del 50%. Purtroppo, a oggi, non vedo all’orizzonte la possibilità di un assestamento o di una stabilizzazione dei prezzi, perché mancano gli elementi che potrebbero portare il sistema verso un nuovo equilibrio. Il rischio che corriamo ora è che la domanda possa rapidamente calare, con conseguenze facili da immaginare».