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Indietro Assofond a Ecomondo con il progetto europeo Life Effige: la via green delle fonderie italiane

Assofond a Ecomondo con il progetto europeo Life Effige: la via green delle fonderie italiane
ambiente e sostenibilità economia e finanza
30/10/2019

Venerdì 8 novembre alle 9:30 (Pad. D3, stand 175) i primi risultati del progetto saranno illustrati ai visitatori della fiera di Rimini

Milano, 30 ottobre 2019 – Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, sarà presente all’edizione 2019 di Ecomondo – in programma dal 5 all’8 novembre presso la fiera di Rimini – per presentare i primi risultati raggiunti dal progetto europeo EFFIGE (acronimo di Environmental Footprint for Improving and Growing Eco-efficiency), cui le fonderie italiane aderiscono.

Il progetto, finanziato dall’unità Life della Commissione Europea e coordinato dall’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, coinvolge quattro filiere produttive di grande rilevanza per il Made in Italy: oltre alle fonderie, anche agroalimentare, legno-arredo, e servizio di ristorazione, all’interno delle quali si sta sperimentando l’adozione della Product Environmental Footprint (PEF), un metodo di calcolo dell’impronta ambientale di prodotti e servizi.

Obiettivo del progetto è consolidare la metodologia PEF per consentire alle aziende italiane di misurare in maniera oggettiva l’impatto ambientale di prodotti e servizi nel loro intero ciclo di vita (dall’estrazione delle materie prime, passando per la produzione, l’uso e lo smaltimento a fine vita) e individuare le opportunità di miglioramento.

«Le tematiche legate alla sostenibilità ambientalesottolinea il presidente di Assofond Roberto Ariottisono oggi sempre più sentite, e il mondo delle fonderie non fa eccezione. Il nostro è un settore che da sempre mette in pratica un sistema avanzato di economia circolare, perché le fonderie creano nuovi prodotti riciclando rottami metallici e contribuiscono allo sviluppo di tecnologie indispensabili per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane. In fonderia nascono componenti che permettono di realizzare le pale eoliche o le turbine delle centrali idroelettriche, senza le quali non ci sarebbe energia pulita; o ancora, è grazie alle competenze tecniche e metallurgiche delle fonderie che si possono realizzare componenti per autoveicoli sempre più leggeri, con conseguenti minori consumi ed emissioni».

Le fonderie che partecipano al progetto hanno già completato il calcolo dell’impronta ambientale su alcuni prodotti rappresentativi, individuato le principali categorie d’impatto ambientale e pianificato una serie di azioni di miglioramento utili a ridurre ancora l’impatto della produzione. Nei prossimi dodici mesi queste azioni verranno messe in pratica e, al termine del progetto, verrà ricalcolata l’impronta ambientale per valutare l’effettiva efficacia delle misure intraprese. Questo permetterà di sviluppare degli strumenti operativi per rendere il metodo PEF versatile, duttile e applicabile a tutte le imprese del settore.

«Grazie al contributo delle nostre associate che hanno deciso di aderire al progetto conclude Ariotti tutto il settore potrà presto beneficiare di strumenti e di esperienze capaci di migliorare ancora la sostenibilità di un comparto che è già all’avanguardia in Europa. Le fonderie italiane negli ultimi anni sono state capaci di ridurre i consumi di materie prime provenienti dall’estrazione, privilegiando il reimpiego di materiali di recupero (che rappresentano oggi il 75% del totale), limitare drasticamente le emissioni di polveri in atmosfera (-65% dal 2003) così come la produzione di rifiuti per tonnellata di prodotti realizzati (-27% dal 2000)».