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Fonderie: nel primo trimestre la produzione rialza la testa, ma il quadro resta incerto
economia e finanza
17/06/2019

Secondo i dati Assofond la produzione fra gennaio e marzo 2019 è cresciuta del +0,7% sul quarto trimestre del 2018, ma l’incertezza la fa ancora da padrona

Milano, 17 giugno 2019 – Un quadro di leggera ripresa rispetto agli ultimi mesi del 2018 ma con prospettive per il futuro molto caute, soprattutto a causa della bassa visibilità degli ordini: è quanto emerge dall’ultima analisi trimestrale del Centro Studi Assofond, l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane, un comparto che vede oltre 1.000 imprese attive, con un fatturato complessivo di circa 7 miliardi di euro e che impiega quasi 30.000 persone. 
Nel primo trimestre del 2019 la produzione industriale delle fonderie (Ateco 24.5) è secondo i dati Istat in lieve risalita, ma rimane comunque al di sotto dei livelli medi del 2018. Nel periodo gennaio-marzo l’indice si attesta a 97,6 punti: i 6 punti decimali acquisiti corrispondono al +0,7% di spinta congiunturale, al netto delle stagionalità.
Il grafico evidenzia la progressiva perdita, a partire dal primo periodo del 2018: in termini tendenziali, infatti, per quanto sia in miglioramento rispetto al -8,0% dell’ultimo periodo del 2018, la variazione è negativa e lo è per il quarto trimestre consecutivo, pari al -4,4%. L'indice della produzione industriale delle fonderie italiane nel 2019 è sempre stato sotto il livello del 2018"I primi mesi del 2019 hanno segnato un sia pur lieve rallentamento della caduta che ha contraddistinto la fine del 2018 – sottolinea il presidente di Assofond Roberto Ariotti – ma non ci hanno purtroppo trasmesso la sensazione che la tendenza possa davvero invertirsi a breve. Sono molte le incertezze che pesano sul futuro: la guerra delle tariffe doganali USA-Cina, il complessivo peggioramento della congiuntura internazionale e, in Italia, una domanda interna di investimento che stenta a ripartire e per sostenere la quale è necessario che il governo metta al più presto la politica industriale al centro della sua azione. 
I nostri mercati di riferimento in Europa, quello tedesco in primis, sono in difficoltà: per noi questo è un grosso problema, dato che destiniamo all’Europa quasi il 50% della produzione. Quello europeo è di fatto il nostro mercato locale – prosegue Ariotti – e l’Italia non può permettersi comportamenti che possano mettere in dubbio la nostra appartenenza alla dimensione continentale o ventilare l’introduzione di misure, come i minibot, che non possono rappresentare in alcun modo la soluzione ai problemi della nostra economia
”.

I comparti: bene la ghisa, in ripresa i non ferrosi, in calo l’acciaio
Dall’analisi dei dati a livello disaggregato, emerge che l’unico comparto sopra i livelli del 2018 è quello delle fonderie di ghisa, con un indice che, nel primo trimestre 2019, cresce del +1,3% toccando i 102 punti. 
Le fonderie di metalli non ferrosi e quelle di acciaio non recuperano, invece, i livelli dell’anno scorso e gli indici rimangono sotto quota 100, rispettivamente a 97,8 e a 82,3. La dinamica, tuttavia, è differente: per le non ferrose si rileva un miglioramento del +0,9%, in termini congiunturali, rispetto ai 96,9 punti dell’ultimo quarto del 2018, mentre l’acciaio registra un altro, significativo, calo, perdendo il -4,1% sul valore del trimestre precedente (85,9). 

Ancora bassa la fiducia delle imprese
Nel primo trimestre del 2019 la fiducia delle fonderie è in calo, seppure di solo qualche punto decimale: l’ultima rilevazione restituisce l’indice a 42,2 lunghezze, contro le 43,8 dell’ultimo periodo del 2018.
La flessione è data dalla diminuzione dell’incidenza delle aziende “ottimiste”, scesa al 3,1%, in significativo calo rispetto al 12,5% del periodo precedente. 
Contestualmente, la riduzione dell’incidenza dei “pessimisti”, passata dal 25,0% al 18,8% del 2019, ha sostenuto il valore della fiducia complessiva e ha rafforzato la percentuale delle aziende che credono in un quadro di stabilità (78,1%). 
La dinamica sottostante dei comparti vede come unico raggruppamento in salita quello delle fonderie di metalli non ferrosi (45,5), mentre quelle di ghisa e di acciaio perdono terreno rispetto alla fiducia riscontrata nei trimestri precedenti: nel primo caso, il valore dell’indice torna ai minimi di 37,5 e, nel secondo, ripiega a 50,0, anch’esso punto di minimo assoluto.

Uno sguardo ai competitor: in Europa solo la Spagna fa meglio del 2018
Il dato relativo all’acciaio e, in parte, quello dei non ferrosi, fa perdere posizioni sull’indice aggregato anche nel confronto con i principali Paesi europei, benché solo la Spagna riesca in realtà a fare meglio del 2018.
La produzione industriale delle fonderie tedesche risale a 98,4 punti e presenta una dinamica abbastanza incoraggiante: il primo trimestre 2019 riceve una spinta pari al +1,5% sul quarto trimestre del 2018. Allo stesso tempo la tendenza, al ribasso fino alla fine dell’anno scorso, riprende a salire, pur registrando il secondo valore negativo consecutivo, pari al -3,6%, contro il -4,4% del trimestre precedente.
Anche la produzione delle fonderie francesi è in recupero sul precedente trimestre (+1,0%) e si pone su un valore di 99,1 punti. Anche in questo caso la tendenza è in risalita, ancorché in perdita rispetto ai livelli produttivi raggiunti nel primo trimestre del 2018: la variazione, nel primo periodo del 2019, è pari al -2,8%, e dopo due trimestri consecutivamente negativi: -2,0% nel terzo quarto del 2018 e -6,5% nell’ultimo.
L’indice spagnolo è l’unico che registra un ritorno ai livelli del 2018, oltrepassando quota 100 (100,5) ed è, in valore assoluto, quello più elevato. 
I livelli produttivi del Paese iberico, tuttavia, sono in ripresa rispetto a un anno, il 2018, che è stato particolarmente negativo, se confrontato con l’anno immediatamente precedente: il recupero congiunturale è pari al +1,8% sul quarto trimestre dell’anno scorso, ma il tendenziale è ancora negativo (-0,9%) sebbene in risalita, e lo è ancora dopo cinque trimestri consecutivi.

In crescita l’utilizzo della capacità produttiva e la visibilità degli ordini
Un segnale più incoraggiante arriva dalla media complessiva di utilizzo di capacità produttiva, in lieve crescita: +0,7% sui livelli produttivi del trimestre precedente. Nel primo trimestre del 2019, tale percentuale raggiunge quota al 74,1%: un valore analogo a quello registrato all’inizio del 2018 e soddisfacente per il 67,4% delle aziende che hanno risposto all’indagine.
Tutti e tre i comparti riflettono questo andamento e, in particolare, le fonderie ferrose: ghisa e acciaio sono in recupero, rispettivamente con una media del 75,9% e del 73,6%. Le fonderie di metalli non ferrosi crescono, anch’esse, ma con minore intensità e la percentuale si ferma al 71,6%.
Anche l’indice sulla visibilità degli ordini evidenzia un miglioramento nella media aggregata: il valore di 2,8 mesi rilevato nel primo trimestre del 2019 risale su livelli analoghi a quelli di inizio 2018, dopo due trimestri consecutivi di flessione. Le imprese, ad ogni modo, lo ritengono ancora basso.