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Confindustria e CNR in campo per formare ricercatori industriali
16/10/2020

Promuovere e attivare i dottorati di ricerca industriale per favorire il match tra la domanda di innovazione delle imprese e l’offerta di conoscenza del mondo accademico e della ricerca: se ne è parlato nel convegno svoltosi online lo scorso 13 ottobre “Il dottorato industriale: un’opportunità per la ricerca e le imprese”, volto anche a dare visibilità alla convenzione - sottoscritta a maggio 2018 e rinnovata a febbraio 2020 - fra Confindustria e CNR, che si basa sulla consapevolezza della necessità di fare un salto culturale a livello Paese e porre la R&I al centro della politica economica. 

Dal 2018 a oggi Confindustria ha raccolto oltre 425 domande di aziende (associate e non), interessate ad attivare dottorati di ricerca triennali. Sono già state cofinanziate dal CNR - e da altrettante imprese - 77 borse di dottorato industriale in tutte le regioni (e almeno altre 35 saranno attivate in questo terzo ciclo), per altrettanti giovani ricercatori selezionati dalle Università mendiate concorso pubblico. Tutti gli ambiti disciplinari sono interessati, con una prevedibile prevalenza delle aree tematiche legate all’ingegneria, all’ICT e alla fisica.  

Per quanto riguarda la dimensione delle imprese, che insieme al CNR hanno finanziato i dottorati industriali, continuano a prevalere le grandi realtà anche se, come auspicato e incentivato, le aziende micro, piccole e medie sono state ampiamente coinvolte nel processo. Da segnalare anche l’attivazione di dottorati industriali di filiera, da parte dei cluster tecnologici nazionali e delle stesse associazioni di Confindustria. I dottorati sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e 23 finanzieranno progetti di dottorato inter-regionali (cioè dove la sede dell’azienda è in una regione diversa da quella in cui è presente l’Istituto del CNR).

“Il dottorato industriale rappresenta una delle linee d’intervento previste nel Recovery Fund, sia per innalzare il livello di competenze dei nostri giovani sia per rispondere alla sfida di spostare il sistema della produzione italiana in una dimensione tecnologica superiore. Basti pensare a campi come l’intelligenza artificiale, la robotica, la biomedicina, l’energia, ma anche al mondo dei servizi e delle scienze umani e sociali. Serve un partenariato pubblico-privato che si basi su obiettivi realmente condivisi, rendendo l’attività di ricerca più facilmente trasferibile alle imprese e, allo stesso tempo, ampliando le opportunità lavorative di chi ha completato il proprio percorso formativo. In questo modo verrà anche azzerata quella diaspora di giovani ricercatori che ha sempre rappresentato una grande criticità per il nostro Paese”. Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. 

La convenzione Confindustria-CNR ha la finalità strategica di promuovere e attivare i dottorati di ricerca industriali, cofinanziati al 50% da imprese e CNR, sia per lo svolgimento di programmi di formazione dei dipendenti di azienda già impegnati in attività di elevata qualificazione, sia per costruire percorsi di studio specifici per l’orientamento e la crescita professionale dei giovani.
Con la Convenzione operativa le Parti si sono impegnate a collaborare per sviluppare percorsi, di durata triennale, di Dottorati industriali di altissimo profilo scientifico e con particolari requisiti di qualità, di innovazione tecnologica, di internazionalizzazione, presso imprese singole o associate che svolgono attività industriali dirette alla produzione di beni o servizi, con la finalità di contribuire all’alta formazione dei giovani mediante la ricerca, favorire la creazione dei “nuovi e migliori posti di lavoro” auspicati dalla Strategia di Lisbona e aumentare il potenziale innovativo delle imprese direttamente coinvolte nel progetto.

 

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