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Silvano Squaratti

Direttore generale

Aiuti alle imprese

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Decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 (DL "Aiuti-quater"): misure di interesse per le imprese
decreti-legge aiuti alle imprese crisi energetica
25/11/2022

È stato pubblicato il decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 (di seguito anche: DL o Decreto o DL Aiuti-quater), approvato dal Governo il 10 novembre scorso e che contiene una serie di misure urgenti in tema di contrasto al caro bollette, sicurezza negli approvvigionamenti e produzione nazionale di gas naturale, nonché in materia di c.d. superbonus e mezzi di pagamento.

Il provvedimento fa seguito ai precedenti DL aiuti e stanzia circa 9,1 miliardi di euro per finanziare prioritariamente interventi contro il caro energia, a seguito dell’autorizzazione chiesta e ottenuta in Parlamento per il ricorso all'indebitamento nell’anno 2022 per lo stesso importo (pari alla differenza tra l’andamento tendenziale - 5,1% - e quello programmatico, confermato al 5,6%).

Come per i precedenti, la principale direttrice del provvedimento rimane la necessità di affrontare la crisi energetica e rafforzare la sicurezza negli approvvigionamenti di gas, anche rilanciando la produzione nazionale di idrocarburi (c.d. gas release).

In particolare, vengono prorogati per il prossimo mese di dicembre i crediti d’imposta già riconosciuti a supporto del sistema produttivo per fronteggiare l’eccezionale incremento dei prezzi dell’energia. Si tratta di un intervento richiesto da Confindustria e certamente positivo, come pure lo sono gli interventi riguardanti il gas release.

Il Decreto dispone poi la possibilità, per le imprese, di ottenere dai fornitori la rateizzazione delle bollette, supportata sia dalla riassicurazione, sia dalle garanzie rilasciate da SACE. Il meccanismo desta alcune perplessità, per le possibili ricadute nella “filiera” degli operatori coinvolti da tali operazioni, sebbene vadano evidenziati alcuni miglioramenti apportati al testo, rispetto alle ipotesi iniziali, in linea con quanto richiesto da Confindustria.

Inoltre, per il 2022, viene aumentato da 600 a 3.000 euro il tetto massimo dei fringe benefit che non concorrono alla formazione del reddito dei lavoratori. Ė una misura che, per l’entità dell’incremento, sembra mirata a escludere da tassazione alcuni benefit già erogati dalle imprese (es. prestiti al personale, auto aziendale assegnate in uso promiscuo), piuttosto che affrontare seriamente i problemi connessi all’incremento delle bollette dei dipendenti. Sarebbero più opportuni interventi, a regime, di detassazione delle somme erogate dal datore di lavoro al dipendente quale sostegno al reddito in occasioni straordinarie (es. calamità naturali, aiuti covid-19, caro bollette, ecc..).
Più in generale, si tratta di un intervento che non affronta in modo adeguato le problematiche sottostanti, poiché, come più volte ribadito da Confindustria, l’unico modo per sostenere i consumi e la redditività delle imprese “a parità di costo del lavoro”, è un taglio strutturale e significativo del cuneo fiscale e contributivo.

Il DL contiene poi un’articolata riscrittura delle norme in tema di superbonus, principalmente con l’obiettivo di contenerne gli effetti finanziari. Tra le altre cose, viene ridotta l’aliquota al 90%, a decorrere dal 2023, ma si proroga, al contempo, l’applicazione del beneficio al 110% per interventi sulle c.d. villette, a condizione che il contribuente sia titolare del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento sull'unità immobiliare, l’immobile sia adibito ad abitazione principale e il contribuente stesso abbia una soglia reddituale massima a 15.000 euro, calcolata sulla base del nuovo meccanismo del “quoziente familiare”.

Al link di seguito è disponibile una nota di aggiornamento curata da Confindustria che analizza nel dettaglio le misure in tema di credito e finanza del nuovo decreto.