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Silvano Squaratti

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Sanzioni contro la Russia

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Il secondo pacchetto di sanzioni UE
28/02/2022

A seguito dell’intervento militare russo in Ucraina, l’Unione europea ha inasprito le misure adottate il 23 febbraio

Le nuove misure, addizionali e connesse a quelle del 23 febbraio, estendono e novellano il campo di applicazione del preesistente disposto sanzionatorio comunitario adottato già nel 2014 e successivamente modificato.

Nonostante lievi differenze, le misure Ue continuano a rimanere strettamente coordinate con quelle di Stati Uniti, Regno Unito ed altri partner internazionali. Questa seconda tranche, infatti, comprende elementi comuni, a partire dal rafforzamento delle sanzioni volte ad incidere sull'accesso della Russia ai mercati dei capitali colpendo il suo sistema finanziario e, per suo tramite, le capacità industriali e l'economia nazionale.

In particolare, le misure Ue e USA impongono severi controlli sulle esportazioni impedendo l'accesso della Russia a tecnologie avanzate per limitare le sue capacità militari e industriali. Inoltre, sono dirette a membri dell'élite russa e alle loro famiglie, tra cui il Presidente Putin e il Ministro degli Affari Esteri Lavrov, ed altre entità strategiche per l’industria e la finanza russa, ora assoggettate al congelamento dei beni e al divieto di ingresso in Ue e negli USA. Infine, le misure USA e Ue si estendono ad entità della Bielorussia per sanzionare il loro ruolo nel conflitto.

Per quanto riguarda il settore energetico, l'UE vieta la vendita, la fornitura, il trasferimento o l'esportazione in Russia di beni e tecnologie specifici nella raffinazione del petrolio e introduce restrizioni alla fornitura dei servizi correlati, mirando a depotenziare il settore petrolifero russo. Con riferimento al settore dei trasporti, l'Ue introduce il divieto di esportazione per beni e tecnologie dell'industria aeronautica e spaziale, nonché di fornire servizi assicurativi, riassicurativi e di manutenzione relativi ad essi e la fornitura di assistenza tecnica e finanziaria, nell’intento di comprimere la disponibilità di aeromobili, pezzi di ricambio e attrezzature ed infliggere un duro colpo all'economia e alla connettività del paese. Va ricordato, infatti, che circa tre quarti dell'attuale flotta aerea commerciale russa è costruita nell'Ue, negli Stati Uniti e in Canada.

Restano, come noto, sul tavolo ulteriori opzioni sanzionatorie nel caso la situazione dovesse ulteriormente aggravarsi. È il caso, in particolare, della disconnessione selettiva dal sistema SWIFT, al momento in discussione.

Ulteriori dettagli nella nota curata da Confindustria disponibile per il download al link di seguito (documento riservato agli associati Assofond).