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Indietro Parte bene il 2023 delle fonderie italiane: crescono nel primo trimestre produzione e fatturato, ma ora la domanda è in rallentamento

Parte bene il 2023 delle fonderie italiane: crescono nel primo trimestre produzione e fatturato, ma ora la domanda è in rallentamento
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26/05/2023

Il presidente di Assofond Fabio Zanardi: «Risultati positivi, ma competitività e tenuta della domanda costituiscono le maggiori preoccupazioni»

Milano, 25 maggio 2023 – Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale realizzata dal Centro Studi di Assofond – l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane – nel primo trimestre del 2023 il settore della fonderia ha fatto segnare performance positive sia in termini di produzione sia di fatturato. Le aspettative degli imprenditori per i prossimi mesi, tuttavia, indicano una contrazione della domanda.

Produzione e fatturato
Nei primi tre mesi dell’anno la variazione congiunturale della produzione (in tonnellate) si è attestata al +7,1% rispetto al quarto trimestre del 2022. Il primo trimestre 2023 è partito bene anche in rapporto ai risultati dello stesso periodo del 2022: la variazione tendenziale della produzione netta spedita è cresciuta infatti del +3,3%.
Il 45% delle imprese rispondenti ha indicato un aumento dei livelli di produzione; per il 28,3% la produzione è rimasta stabile rispetto al trimestre precedente, mentre nel 26,7% dei casi è diminuita.
Anche dal punto di vista del fatturato assistiamo a dinamiche simili, con una crescita congiunturale del +5,8% rispetto al trimestre precedente, che arriva al +7,7% se invece si confrontano i ricavi del periodo gennaio-marzo con quelli dello stesso trimestre dell'anno scorso: un dato che si spiega facilmente osservando come all’inizio del 2022 la forte spinta inflativa che ha caratterizzato il prosieguo dell’anno fosse solo alle battute iniziali.
Il fatturato è in crescita congiunturale per la maggioranza assoluta delle aziende che hanno risposto all’indagine (51,7%), mentre la restante parte delle aziende intervistate si suddivide fra chi ha indicato un fatturato stabile rispetto al trimestre precedente (20%) e chi, invece, ha segnalato una battuta d’arresto (28,3%).

Costi di produzione
Se si osservano i dati relativi ai costi di produzione, nel primo trimestre 2023 si nota un quadro decisamente composito.
A fronte della diminuzione dei costi relativi all’energia elettrica, con il Pun (Prezzo Unico Nazionale) in calo del -35,5% rispetto al trimestre precedente, l’andamento delle materie prime e delle altre principali variabili è più sfaccettato.
Le materie prime ferrose vedono un calo medio dei prezzi della ghisa in pani (-11,3% sul trimestre precedente) compensato però dalla crescita dei prezzi dei rottami, sia dei pacchi di lamierino per fonderia 30X30 (+4,3%) sia del lamierino sciolto siderurgia (cat.50), al +10,6%.
Sul fronte dei metalli non ferrosi, invece, se l’alluminio secondario è sostanzialmente invariato (-0,6%), lo zinco è invece cresciuto del +4,3% sul trimestre precedente.
Per quanto riguarda i costi dei materiali ausiliari e delle subforniture si conferma una tendenza in crescita, sull’onda lunga del caro energia 2022.
Al calo dei costi energetici, che restano comunque su livelli molto superiori a quelli degli anni immediatamente precedenti la crisi, non corrisponde quindi un’analoga diminuzione degli altri principali costi di produzione.

Sentiment e visibilità degli ordini
Le aspettative di breve periodo scendono nell’ultima rilevazione mensile al di sotto della soglia della sufficienza: l'indice SIX (che sintetizza le risposte sulle prospettive delle aziende per i sei mesi successivi alla rilevazione) si comprime infatti a 47,3 punti, dato inferiore ai 50 punti che rappresentano la soglia di passaggio fra sentiment positivo e negativo, e si conferma in calo rispetto al risultato dei mesi precedenti.
Se andiamo ad analizzare le risposte dei singoli comparti, si nota un andamento piuttosto diverso fra fonderie di metalli ferrosi e non ferrosi. Le risposte delle prime delineano un quadro non particolarmente positivo, con valori dell’indice al di sotto dei 50 punti sia per le fonderie di acciaio sia per quelle di ghisa. Le fonderie di metalli non ferrosi, invece, sono più ottimiste: per questo comparto l’indice SIX raggiunge i 67.9 punti.
Dal punto di vista, infine, della visibilità degli ordini, nel primo trimestre questa si colloca a 2,6 mesi. Il dato è piuttosto omogeneo fra i diversi comparti, anche se le fonderie di acciaio presentano un valore lievemente superiore alla media (2,8 mesi), mentre quelle di ghisa fanno segnare il valore più basso (2,5 mesi).

Il commento: primo trimestre confortante, ma oggi vediamo un rallentamento
«Il 2023 – sottolinea il presidente di Assofond Fabio Zanardi – si è aperto per il settore con un risultato positivo in termini di produzione e fatturato. Dal punto di vista invece delle prospettive di breve periodo, le indagini del nostro Centro Studi rilevano un primo rallentamento degli ordinativi, che giocoforza pesa sul sentiment degli associati. Non essendoci, almeno per il momento, prospettive di recessione entro il 2023, il calo della domanda attuale è probabilmente imputabile a smaltimento scorte lungo la filiera, con la speranza di ritrovare una domanda più tonica a partire dal prossimo autunno. Lo scenario attuale, ad ogni modo, si conferma di forte volatilità, con tutti i rischi a essa connessi, come dimostrano l’andamento delle materie prime, di quelle ausiliarie e delle subforniture che ancora sono nel pieno del trend inflativo che abbiamo conosciuto nel 2022. D’altra parte, la “normalizzazione” dei costi energetici c’è, è vero, ma su livelli ancora molto elevati rispetto a quelli precedenti la crisi e con le misure eccezionali varate dal governo lo scorso anno che stanno andando a esaurirsi. Restano quindi forti incognite legate alla competitività strutturale delle fonderie italiane ed europee nel contesto globale, e la tenuta dell’economia europea con inflazione e tassi ai livelli attuali. È, quindi, in un contesto che resta difficile da decifrare che il nostro settore si ritroverà il prossimo 23 giugno a Soave, in occasione dell’assemblea annuale di Assofond, incentrata sulla transizione ecologica e sulle nuove normative europee in termini di sostenibilità: non dimentichiamo infatti che, al di là delle emergenze contingenti, questo resta il vero tema cruciale per tutta l’industria europea».