Indietro Bonomi: «Cuneo fiscale, investimenti e riforme in legge di bilancio»

Bonomi: «Cuneo fiscale, investimenti e riforme in legge di bilancio»
fisco lavoro welfare relazioni industriali politica economica tecnologia e innovazione confindustria clima economico
18/09/2023

L'assemblea di Confindustria alla presenza di Mattarella

«Nella prossima legge di bilancio, il Governo dovrà concentrarsi su tre cose: redditi delle famiglie, con il taglio strutturale del cuneo fiscale, spinta agli investimenti e riforme». Questo è il messaggio trasmesso dal Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione, che si è tenuta venerdì 15 settembre, a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, della maggior parte autorità istituzionali e di oltre duemila partecipanti (Link). «L’esecutivo ha apportato un taglio del cuneo in corso d’anno, congiunturale perché altro era impensabile in corso d’anno», ha aggiunto Bonomi. «Ora auspichiamo un intervento strutturale. Le risorse? Le imprese sono pronte a rinunciare a tutti i 14 miliardi di tax expenditure, a patto però che vengano convogliati nel taglio del cuneo».
In merito al rilancio degli investimenti, il leader degli imprenditori ha posto l’accento sul Pnrr, che che faccia da stimolo agli interventi dello Stato, quanto delle imprese.
«Le industrie siano fabbriche di coesione sociale, libertà, diritti e democrazia». L’impresa per Bonomi «è lo spazio democratico in cui i valori del bene comune e della responsabilità sociale devono manifestarsi nella loro concretezza, così come è accaduto nei mesi durissimi della pandemia». Per questo «avvertiamo come essenziale il dovere di garantire e difendere l’impegno per il “lavoro degno”». Convinzioni profonde che, «purtroppo, spesso nel dibattito pubblico non ci sono riconosciute. Perché nel giudizio generale non si distingue tra i settori in cui sfruttamento del lavoro e lavoro nero sono diffusamente praticati, rispetto a industria e manifattura in cui il senso di responsabilità sociale, la copertura contrattuale e il rapporto con i sindacati è tale da contenere in maniera massiccia tali gravi fenomeni di disgregazione sociale».
«Sta inoltre a noi - ha incalzato Bonomi - la creazione di un lavoro libero, sicuro e dignitoso, lontano dalle mafie e dal ricatto della criminalità: è una pietra angolare del nostro impegno, alimenta la nostra passione civile».
Quanto al salario minimo Confindustria «resta convinta che la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva».
Più nello specifico della riforma del lavoro, Bonomi ha chiesto «una correzione di rotta, capace di promuovere tutte le condizioni affinché il diritto al lavoro sia effettivo e trovino compimento i principi costituzionali». L'obiettivo è «migliorare l’inclusività, soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne e garantire la piena realizzazione dei diritti che enunciamo». Mentre il tema degli incidenti sul lavoro è stato affrontato con un richiamo ai contratti collettivi, che prevedono «piena applicazione della normativa di salute e sicurezza». «Possiamo evitare gli incidenti valorizzando una logica partecipativa che unisca nelle azioni e nelle relative responsabilità, non che divida e contrapponga, eredità di vecchi antagonismi di classe».
Sul versante finanziario, bocciato l’ulteriore rialzo dei tassi deciso dalla Bce. «Noi imprese abbiamo la necessità di investire nelle nuove tecnologie, ma poi ci troviamo con la difficoltà di una politica che secondo me non è la sola strada per combattere l’inflazione. Non è che alzando i tassi risolvi automaticamente l’inflazione, ci sono anche altri strumenti. Io auspico che non si vada in recessione ma comunque questa politica vuol dire limitare la capacità di crescita e gli investimenti, stiamo compiendo un danno».
Sul capitolo riforme istituzionali, il numero uno degli industriali non si è sbilanciato, ma ha precisato: «Siamo tra coloro che credono che, in un ordinamento come il nostro, che correttamente ambisce a una maggiore stabilità di governo, il Capo dello Stato debba continuare ad essere il garante della Costituzione».
E si è rivolto così a Sergio Mattarella: «Siamo certi che Lei continuerà a far sentire la sua voce ferma e ispirata a tutela dei principi della nostra democrazia, a sostegno delle scelte internazionali fatte liberamente dall’Italia, per l’osservanza e per l’attuazione dei diritti dei cittadini, a partire dai più fragili».
All’intervento di Bonomi, è seguito appunto quello del Presidente Mattarella (Link). «La Costituzione "opta decisamente per un'economia di mercato in cui la libertà politica è il quadro entro cui si inserisce la libertà economica», ha detto il Capo dello Stato. «Ma attenzione: in quali condizioni si attua il precetto costituzionale? Quando i poteri pubblici assicurano qualità nei servizi; efficacia, efficienza e chiarezza del sistema normativo; quando viene garantita sicurezza contro le forme assunte dalla criminalità; quando l'efficacia sanzionatoria verso comportamenti scorretti è equa e incisiva. Sono temi che conoscete bene e che richiedono ancora impegno per il loro pieno perseguimento».
Sul tema della "Costituzione economica" che sia separata dal resto della Costituzione, Mattarella ha aggiunto che «sarebbe davvero difficile immaginare percorsi separati per lo sviluppo dei rapporti economici, quelli politici, quelli sociali. Al centro della Costituzione vi sono, infatti, i diritti della persona umana non quelli del presunto "homo oeconomicus". Il Presidente ha poi espresso fiducia nel nostro Paese e nel suo futuro. «Sapere di avere il mondo dell'impresa impegnato, con convinzione e con capacità, per il progresso dell'Italia, è motivo di conforto e di grande apprezzamento».