Intervista a Federico Fubini (Corriere della Sera) che spiega l'anomalia italiana
Il caro energia in Italia non è un incidente, è un sistema: lo ha spiegato con chiarezza il vicedirettore del Corriere della Sera, Federico Fubini, in una recente intervista a La7: il costo dell’elettricità per le imprese italiane è un’anomalia strutturale che pesa sulla competitività e sull’occupazione.
Le imprese energivore pagano per l'energia elettrica molto di più rispetto alla media europea, e questo divario è aumentato ulteriormente anche dopo il calo dei prezzi internazionali: per le aziende italiane significa meno competitività, meno risorse per i salari e intere filiere produttive a rischio.
Le cause?
- Concessioni senza gara, prorogate con emendamenti ad hoc.
- La difesa delle posizioni delle grandi aziende energetiche, spesso partecipate e controllate dallo Stato, che vantano una redditività operativa (EBIT) sul business di trasmissione e distribuzione che raggiunge vette incredibili (ad esempio, il 48% per Terna). Queste aziende sono più redditizie di Big Tech: le utility italiane guadagnano più di Microsoft o Meta.
- Si tratta di un’anomalia tutta italiana: in Germania o Francia i margini di queste aziende sono la metà o anche meno.
Ecco perché è fondamentale agire subito per riformare il sistema, abbassare i costi energetici, restituire competitività al tessuto produttivo del Paese e risorse per aumentare i salari.