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Componentistica auto: nel 2020 fatturato a -11,9%
4/11/2021

Quasi un'impresa su due si posiziona verso powertrain elettrici e ibridi

In uno scenario internazionale frenato dalla pandemia, la filiera italiana della componentistica automotive mostra evidenti segnali di rallentamento, che nel 2020 si sono tradotti in un calo del fatturato del -11,9%.
Mentre quasi un’impresa su due si posiziona verso powertrain elettrici e ibridi, per il 2021 si attende una ripresa, nonostante le preoccupazioni relative ai prezzi e alla reperibilità delle materie prime.

Queste le principali evidenze contenute nell’edizione 2021 dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino, da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e dal Center for Automotive and Mobility Innovation (CAMI) del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

L’Osservatorio descrive un universo composto da 2.203 imprese con sede legale in Italia che, nel 2020, hanno generato un fatturato stimato pari a 44,8 miliardi di euro e impiegato oltre 161.400 addetti.
Rispetto all’anno precedente (quando già era stata registrata una variazione negativa di fatturato), il volume d’affari è ulteriormente calato dell’11,9%, accompagnato dalla diminuzione del numero di addetti (-1,5% a fronte del +0,6% del 2019).
Si tratta di un peggioramento che ha riguardato tutti i segmenti della filiera: le categorie con una riduzione del fatturato più modesta sono le imprese di Engineering & Design (-6,8%), gli specialisti aftermarket (-7,0%) e i subfornitori delle lavorazioni (-9,6%), mentre il calo è più sostenuto per gli specialisti, inclusi quelli del motorsport (rispettivamente -12,1% e -11,3%), sistemisti e modulisti (-12,6%) e subfornitori (-13,6%).
Nel Nord-Ovest, le regioni più rappresentative restano il Piemonte, con il 33,5% del totale italiano (737 imprese), benché nell’ultimo quinquennio la sua incidenza si sia ridotta di oltre due punti percentuale, e la Lombardia che, con oltre 600 imprese, rappresenta il 27,4% dell’universo (cinque anni prima rappresentava il 25,7%).
Nel Nord-Est, l’Emilia Romagna ha mantenuto stabile la quota di imprese appartenenti alla componentistica (il 10,2%), mentre il Veneto ha aumentato di poco il suo peso oggi pari all’8,6% (era il 7,2% nel 2016).

Secondo l'indagine, alla quale hanno partecipato complessivamente 477 imprese della filiera, per il 2021, le prospettive sono influenzate principalmente dalle tensioni commerciali derivanti dall’aumento dei prezzi delle materie prime (il 65,8% delle imprese), ma anche dal generale rallentamento del quadro economico in Europa (il 62,7%), e dai problemi connessi alla scarsa reperibilità di componentistica di materie prime (il 44,3%).
Tuttavia, la filiera si attende un anno di ripresa: oltre i due terzi delle imprese convengono su una crescita del fatturato, mentre è pari al 57,5%, al 56,5% e al 55% la quota di imprese che prevedono rispettivamente aumenti degli ordinativi interni, delle esportazioni e dell’occupazione.

Per ulteriori dettagli sono disponibili per il download dai link riportati di seguito il comunicato stampa integrale e un'infografica riassuntiva sul comparto.