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Il Camozzi Research Center porta la ricerca in fabbrica
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24/07/2023

Anche componenti di Fonderie Mora Gavardo nelle più avanzate macchine presenti nel centro

Gettare un ponte fra due mondi che troppo spesso non si parlano abbastanza, quello della ricerca accademica e quello dell’industria, portando il primo direttamente in fabbrica: è l’obiettivo del Camozzi Research Center (Crc), inaugurato ufficialmente lo scorso 3 luglio in occasione dell'assemblea generale di Assolombarda. Il nuovo hub milanese del gruppo Camozzi, che ha trovato spazio nell’area dell’ex Innse e sede storica della Innocenti, a Lambrate, dove una volta si fabbricavano le Lambrette e le Mini made in Italy, mette così a sistema imprese, università e centri di eccellenza nazionali e internazionali con l'obiettivo di accelerare la ricerca applicata e facilitare il networking tra comunità industriale, accademica e scientifica all'interno del settore manifatturiero.

«La velocità del cambiamento, la forza disruptive dell'innovazione, l'urgente sfida del green deal spingono l'industria a ripensare in modo ciclico e sempre più rapido processi di produzione, materiali, tecnologie e prodotti», ha osservato il presidente e ceo del gruppo, Lodovico Camozzi, spiegando che «portando la ricerca fisicamente all'interno della fabbrica e mettendo a disposizione delle comunità tecnico-scientifiche una serie di tecnologie di ultima generazione, Crc vuole contribuire a tracciare le principali linee di sviluppo della smart e cloud factory, secondo le più avanzate logiche industry 5.0, che mettono al centro della manifattura l'ambiente e soprattutto la persona».

Nel polo di 30.000 mq, più altri 3.700 di uffici, si concretizza così l'accordo tra una delle poche multinazionali interamente italiane, leader mondiale nella produzione di componenti e sistemi per l'automazione industriale ad alto contenuto tecnologico, le università e i centri di eccellenza nazionali e internazionali. Già oggi il Camozzi Research Center ha all’attivo importanti collaborazioni con undici università italiane ed estere, quattro centri d’eccellenza e sei partner tecnologici nazionali e internazionali, con l’obiettivo di continuare ad espandere questo network. Fin dai primi passi della sua costituzione, il Camozzi Research Center vanta inoltre due Joint Lab d’eccezione, sviluppati insieme al Politecnico di Milano e all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che ha recentemente portato la sua principale sede lombarda proprio presso CRC.

«La costituzione del CRC insieme al Gruppo Camozzi e IIT rappresenta un nuovo e fondamentale passo verso il raggiungimento di obiettivi di ricerca e sviluppo sempre più avanzati e di frontiera» – ha detto Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano. «Siamo orgogliosi di fare parte di questo progetto ed è con grande slancio che cogliamo la nuova sfida. La responsabilità che abbiamo è grande: unire ricerca universitaria e industriale condividendo le nostre competenze di eccellenza e impegnando i nostri migliori ricercatori per raggiungere obiettivi di interesse comune. Per fare questo abbiamo allestito presso la sede del Gruppo Camozzi due Laboratori all’avanguardia: uno interamente dedicato alla robotica collaborativa per l’assemblaggio di prodotto e uno attrezzato per l’implementazione di nuove tecnologie per l’additive manufacturing sensorizzato e intelligente».

«IIT è un centro di ricerca nato per competere nel campo della ricerca scientifica a livello internazionale» ha sottolineato Giorgio Metta Direttore Scientifico IIT. «Dall’inizio dell’attività scientifica abbiamo depositato oltre 1300 brevetti, fondato 33 startup e siglato una ventina di laboratori congiunti con realtà pubbliche e private di rilevanza nazionale e internazionale, fra i quali quello con il Gruppo Camozzi è senza dubbio uno di quelli più di successo, dove la ricerca di IIT ha già trovato concreta applicazione nel mondo reale».

«Gli atenei fanno la ricerca e si parlano con le aziende, qui lavorano fianco a fianco», ha precisato ancora Camozzi. Una collaborazione fondamentale, perché oggi ci troviamo in una situazione in cui molte imprese industriali si trovano a non avere sufficienti risorse tecnologiche e umane per conquistarsi un vantaggio competitivo. «L'Italia è la seconda manifattura d'Europa dopo la Germania, perciò ha conoscenza nelle materie prime e nel fare prodotti di eccellenza a costi competitivi. Ma oggi la dimensione delle nostre imprese, rispetto a quelle tedesche, è di uno a dieci, per cui bisogna cercare di integrare e fare sistema tra università, centri ricerca e filiera».

Ecco, dunque, che nella fabbrica-laboratorio di via Rubattino si sommano ora innovazione tecnologica e tradizione industriale. Oltre a laboratori altamente specializzati, qui si trovano tecnologie uniche in Europa, a cominciare dalla stampante 3d Master Print, una delle più grandi al mondo, capace di realizzare pezzi fino a 12 metri di lunghezza e 4 di larghezza in una sola sessione.

O, ancora, altri gioielli tecnologici come PowerMax™, macchina per la lavorazione di precisione di componenti in titanio/alluminio per utilizzo aerospaziale, realizzata anche grazie alla capacità di integrazione verticale di Camozzi: fra i componenti utilizzati per il macchinario, anche dei getti prodotti da Fonderie Mora Gavardo, parte del Gruppo fin dal 2012, nelle quali sono state realizzate le due spalle in ghisa, per un peso complessivo di 75 tonnellate, oltre alla struttura della testa di fresatura.