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Le figure professionali necessarie al sistema produttivo
29/04/2021

Indagine del Centro Studi Confindustria sul capitale umano

Carenza di offerta e gap di competenze tra quello atteso dalle imprese e quello posseduto dai candidati al momento dell’assunzione sono le due cause essenziali della mancanza di profili di diplomati a indirizzo «professionalizzante» che potrebbero essere preziosi per il sistema produttivo.

È questa la criticità messa a fuoco dal Centro Studi Confindustria nel suo ultimo studio, secondo il quale sono introvabili 318.000 diplomati, pari al 28% del totale degli ingressi previsti

L’ampia disponibilità di diplomati a orientamento professionalizzante (vocational) ha accompagnato il processo di industrializzazione della nostra economia dalla fase di ricostruzione del Dopoguerra fino al miracolo economico e conseguente processo di convergenza dell’Italia rispetto alle principali economie avanzate. La quota di diplomati di tipo professionalizzante sul totale dei diplomati era il 60% negli anni Cinquanta e ha toccato poi il punto di massimo assoluto (77,5%) durante il boom economico degli anni Settanta, quando l’incidenza dell’industria raggiunse il picco del 44% in termini di quota di addetti.

La relazione osservata non equivale a dire che l’istruzione professionalizzante è stata la “causa” e l’industrializzazione l’“effetto”, ma che esiste un legame tra la quota di diplomati in uscita dagli istituti tecnici e professionali sul totale diplomati e la quota di addetti dell’industria sul totale degli occupati e la forza di questo legame è misurata dal coefficiente di correlazione che è pari a 0,9[1].

Il sistema produttivo assume i diplomati di tipo professionalizzante.

L’elemento che accomuna le imprese manifatturiere e quelle dei servizi è la preferenza rivelata da parte di entrambi i settori per i diplomi di tipo professionalizzante, la somma di diplomi di istruzione tecnica e professionale: 84% il peso nella manifattura a fronte del 16% dei diplomi a contenuto generalista rilasciati dai licei. La manifattura mostra una particolare predilezione per i diplomati tecnici con 2 dipendenti su 3, mentre i servizi manifestano anche uno spiccato gradimento per i liceali (27%).

L’innalzamento nel medio periodo della qualità complessiva dell’istruzione degli istituti tecnici per allineare i punteggi nei test cognitivi ai livelli dei licei rappresenta un obiettivo fondamentale per rilanciare l’attrattività degli istituti vocational. Si può restituire a tutti gli istituti tecnici il ruolo trainante per l’economia locale, mettendo a fattor comune le buone pratiche di scuole tecniche eccellenti sparse nei territori, ma comunque resilienti, come in passato, quando hanno lanciato il made in Italy nel mondo durante il «miracolo economico».

[1] Il coefficiente può assumere valori all’interno del seguente intervallo:
+1 = massimo legame positivo o diretto: al crescere dell’una cresce anche l’altra
- 1 = massimo legame negativo o inverso: al crescere dell’una l’altra decresce
0 = assenza di relazione lineare tra i due fenomeni