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Prezzi energetici: i perché della crescita vertiginosa
16/09/2021

I costi di energia elettrica, gas e diritti di emissione di CO2 sono a livelli record

Da mesi ormai stiamo assistendo a una corsa sfrenata dei costi delle materie prime, e quelle energetiche non fanno eccezione. 
Tutti abbiamo letto articoli relativi alla continua crescita del prezzo dell’energia elettrica, del gas, del petrolio e dei diritti di emissione della CO2 e tutto il mondo industriale si attendeva una virata rispetto a questa tendenza, che sta diventando cronica e che mette a dura prova la ripresa delle attività produttive a ormai quasi due anni dallo scoppio della pandemia.

Ma la tendenza rialzista non accenna ad arrestarsiIl fenomeno non è solo italiano ma riguarda tutta l’Europa e, in parte, anche i Paesi extraeuropei.

Per quanto riguarda l'energia elettrica, nel giro di quattro mesi il prezzo medio del mercato spot è quasi raddoppiato in Francia e in Italia, dove è salito rispettivamente del 92,5% e del 98,9% e più che raddoppiato in Germania, con un incremento del 130,2%.
In termini assoluti siamo arrivati a 113,38 €/MWh sull’EPEX-France (borsa elettrica francese), a 116,26 €/MWh sul Phelix (borsa elettrica tedesca) e a 134,64 €/MWh per il P.U.N. (borsa elettrica italiana).

Nella settimana 35 (30 agosto – 5 settembre) l’impetuosa cavalcata dei prezzi ha ricevuto nuovo slancio dagli ulteriori aumenti delle quotazioni del gas e soprattutto dei diritti di emissione di CO2 a fronte del sistema europeo ETS (Emission Trading System), superando ogni precedente record.

La maggior parte degli analisti e dei tecnici del settore energetico ritengono che le ragioni sono anche di tipo geo-politico e speculative.

In un articolo apparso su Quotidiano Energia il 9/9/2021 si rimarcava come la situazione esistente non dipende dalla domanda, che cresce lentamente con un aumento limitato al 2,76% sullo scorso anno, ma è la risultante di un prezzo del gas che pare colpito da quella che potremmo definire “sindrome delle terre rare” in incubazione da tempo per la politica di accaparramento sviluppata in Africa dalla Cina (che di suo ne è già il massimo detentore) e accentuata, ora, dal precipitare della situazione in Afghanistan.

Il gas, però, non presenta problemi di scarsità, semmai di restrizione dell’offerta, come sta facendo attualmente la Russia, ma questo vale anche per le altre materie prime che, in modo simile, hanno visto un’impennata dei prezzi legata più alla facile frenesia e speculazione dei mercati finanziari che a oggettive problematiche nei fondamentali.

Ancora più preoccupante è l’aumento del prezzo dei diritti di emissione della CO2, che viene condizionato dalle decisioni politiche europee, le quali hanno adottato misure che tendono a sostenere il prezzo per farlo oscillare tra i 60 e gli 80 €/ton che sono prezzi ben lontani dai 40 €/ton inizialmente dichiarati come tetto massimo del valore dei diritti di emissione per sostenere il processo di decarbonizzazione.
Questa azione “forzata” ha portato il prezzo dell’energia prodotta dai cicli combinati a gas ad aumentare tra i 7 e 14 €/MWh (stimando per ogni ton di CO2 un valore pari a 0,35 €/MWh). Dobbiamo anche considerare che le attuali attese sul costo della CO2 è che possa arrivare anche a 100 €/ton, con un impatto potenziale che potrebbe quindi arrivare a 21 €/MWh.

In questo caso sarebbe auspicabile un’azione forte da parte della Comunità Europea in merito al meccanismo dell’ETS e al pericolo che questo trascini i Paesi europei verso il baratro.

Assofond è impegnata attivamente anche nei gruppi di lavoro di Confindustria per sollecitare il Governo a risolvere quanto prima questa situazione, proponendo possibili azioni correttive.

L'Arera, in applicazione del Decreto-legge 30 giugno 2021 n. 99 – art.3, ha pubblicato la Delibera 278/2021/R/com in data 30/6/2021 che ha stabilito una riduzione degli Oneri di Sistema per il Q3-2021, portando un beneficio alle aziende NON Energivore, in minor parte alle aziende Energivore in classe di intensità energetica FAT.x ma nessun effetto significativo alle aziende Energivore in classe di intensità energetica VAL.x.

Riteniamo che questa azione sia stata utile ma non sufficiente a supportare le aziende nel contenimento dell’aumento del costo delle materie prime energetiche e quindi ci auguriamo che presto vengano prese altre misure che possano influenzare direttamente il prezzo dell’energia elettrica e del gas altrimenti la ripresa delle aziende manifatturiere sarà in grave pericolo.

Dal grafico sottostante vediamo che stiamo raggiungendo il prezzo medio che si è registrato nel 2008 e la preoccupazione maggiore è che la previsione della stima del prezzo medio del P.U.N. del 2021 è pari a 98 €/MWh e le stime degli analisti per il Calendar 2022 sono pari a 119 €/MWh.

Prezzo P.U.N. medio annuo dal 2005 al 2021 (media gen-ago)