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Ucimu: calo degli ordini nel terzo trimestre, -19,9%. Male soprattutto il mercato interno
settori e imprese clima economico industria manifatturiera
26/10/2023

Drastica contrazione del mercato interno: -45,1%. Gli ordini esteri si fermano a -1,7%

Nel terzo trimestre 2023, l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per produrre segna un calo del 19,9% rispetto al periodo luglio-settembre 2022. In valore assoluto l’indice si è attestato a 63,7 (base 100 nel 2015). Il risultato è frutto della riduzione della raccolta ordinativi che i costruttori hanno registrato sia sul mercato estero che sul mercato interno. In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero risultano in calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il valore assoluto dell’indice si attesta a 96,2. Sul fronte interno, gli ordini hanno segnato un arretramento del 45,1%, per un valore assoluto di 24.

«I dati confermano il trend negativo che rileviamo da inizio anno, determinato da una serie di fattori di differente natura», spiega Barbara Colombo, presidente di Ucimu. «Con riferimento particolare al mercato interno, la riduzione della raccolta di nuove commesse è anzitutto fisiologica e corrisponde a un generale ridimensionamento della domanda dopo il boom degli ultimi anni. Detto ciò, il processo di transizione digitale che sta attraversando il manifatturiero del paese ha ancora necessità di espletarsi, anche in ragione delle nuove direttive europee in materia di sostenibilità e green manufacturing. La trasformazione della nostra industria è sotto gli occhi di tutti ma non è distribuita in modo omogeneo tra grandi, medie e piccole industrie, e non è certamente completata. Poiché questo passaggio rappresenta uno dei principali fattori di competitività del sistema economico del paese, che ha nel manifatturiero il suo pilastro, occorre sostenerlo attraverso misure adeguate».

Giusta quindi, secondo l’associazione, la decisione del governo di inserire nella bozza della Manovra 2024, il rifinanziamento della Legge Sabatini e gli incentivi per le aziende che tornano a produrre in Italia, così come il taglio delle tasse per cittadini e imprese. Dovrebbe andare di pari passi, però, il potenziamento delle misure per la competitività, che dovrebbero essere comprese nel Piano 5.0, ma che, al momento, resta ancora in stand by. «A questo proposito – ha aggiunto Colombo – confidiamo in una azione puntuale dei nostri rappresentanti di governo in sede europea affinché la Commissione Ue conceda lo sblocco di parte delle risorse del Piano RepowerEU da destinare al nostro paese per la messa a terra dei provvedimenti previsti da questo Piano».

Secondo Ucimu, oltre al potenziamento del credito di imposta sugli investimenti in nuove tecnologie di produzione 4.0, il Piano dovrebbe prevedere un sistema modulare di incentivi fiscali, che possano essere tra loro combinati e cumulati e che premino maggiormente chi investe in nuove macchine ove la digitalizzazione è anche abilitatore di sostenibilità. In sostanza, la proposta presentata da Confindustria e dieci associazioni di categoria, tra cui Ucimu, prevede, un credito di imposta con aliquota più alta per i progetti di innovazione finalizzati alla twin transition ovvero alla sostenibilità digitale.

«A sua volta, sul fronte estero – ha aggiunto Colombo – la raccolta ordinativi è risultata sostanzialmente stazionaria, confermando il trend di lungo periodo che evidenzia un andamento più regolare delle commesse ottenute dai costruttori oltreconfine rispetto a quelle conseguite sul mercato domestico ove gli incentivi disponibili nel corso degli anni hanno dato luogo a marcate oscillazioni della domanda».

Entrando più nel merito dei mercati internazionali, gli Stati Uniti restano un partner di eccezione e la prima area di destinazione dell’export. La vivacità della domanda nordamericana ha sostanzialmente bilanciato la debolezza di quella asiatica ed europea. Ora, l’auspicio è che la Germania torni a lavorare come in passato o anche di più, considerato che il fenomeno del reshoring può avvantaggiare i costruttori italiani già presenti nelle catene del valore tedesche. D’altro canto, la forte instabilità che deriva dal conflitto in Medio Oriente e che potrebbe innescare nuove tensioni anche nel resto del mondo rischia di incrementare ulteriormente l’incertezza del mercato. 

«Per tale ragione – ha concluso la presidente Barbara Colombo – Ucimu è impegnata nella realizzazione di nuove iniziative a sostegno dell’attività di internazionalizzazione delle imprese. Tra queste sono le due reti di imprese: Itc in India che ha già alle spalle undici anni di attività; e la neonata Imt, in Vietnam che, operativa da settembre, nasce con l’obiettivo di sostenere la penetrazione delle imprese retiste nel paese che rappresenta la porta di accesso a tutto il Sud-Est Asiatico”.

A questo LINK, l'indagine completa di Ucimu.