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Assofond: positivo il quarto trimestre 2022 delle fonderie italiane. Moderato ottimismo per il 2023, ma il quadro resta incerto
congiuntura dati congiunturali
09/02/2023

In calo i costi energetici, mentre proseguono i rincari di materie prime, ausiliarie e lavorazioni esterne. Si confermano le difficoltà nella ricerca di personale qualificato

Milano, 9 febbraio 2023 – Secondo quanto emerge dall’ultima indagine trimestrale realizzata dal Centro Studi di Assofond – l’associazione di Confindustria che rappresenta le fonderie italiane – nel quarto trimestre del 2022 il settore della fonderia ha fatto segnare performance complessivamente soddisfacenti.
Negli ultimi tre mesi dello scorso anno i ricavi delle imprese del settore sono cresciuti del +13% rispetto al terzo trimestre: un dato che, come già accaduto nei periodi precedenti, si spiega principalmente con la corsa dei prezzi di vendita, che molte imprese hanno dovuto aumentare per difendersi dall’onda lunga inflattiva che caratterizza i costi di materie prime, ausiliarie e lavorazioni esterne.
Se la variazione ponderata dei costi operativi (VPC) evidenzia nell’ultima parte dell’anno un primo, timido, calo (-6%) dopo molti mesi di continua crescita, i dati di dettaglio mostrano infatti come alla compressione dei costi energetici (-17% sul terzo trimestre), faccia da contraltare un andamento al rialzo per i costi delle materie prime (+2%) e, soprattutto, di materiali ausiliari e lavorazioni esterne, interessate da una dinamica inflattiva ancora molto marcata.

Fatturato in crescita (+13% sul trimestre precedente), e i budget 2023 vedono un ulteriore incremento del +5%
La variazione ponderata del fatturato (VPF) arriva al +13% sul trimestre precedente, con il 65% delle fonderie che hanno risposto all’indagine a far segnare un aumento. Il 45% di queste evidenzia come sia riuscita ad aumentare i prezzi dei prodotti venduti, ma è altrettanto importante la quota di aziende (32%) che imputa l'aumento del fatturato al maggior numero di giorni lavorati nel quarto trimestre rispetto al terzo. Nel 16% dei casi, infine, è comunque l'aumento della domanda che ha fatto incrementare i ricavi.
I budget delle fonderie per il 2023 preconizzano numeri in miglioramento, seppur con tutte le incertezze legate al periodo di forte volatilità: l'incremento di fatturato del 2023 sul 2022 è stimato pari al +5%, mentre i costi operativi si prevedono in calo del -10% con le due componenti sottostanti, materie prime ed energia, che nelle previsioni delle aziende del campione dovrebbero contribuire in maniera analoga alla flessione complessiva.

L’indice sulla fiducia prevede un quadro stabile per i prossimi mesi
L'indice ACT misura il giudizio su come le aziende abbiano trascorso il trimestre di riferimento ed è ponderato per dimensione di fatturato: nel quarto trimestre 2022 il valore dell'indicatore cresce a 58 punti e si colloca quindi in territorio positivo, ossia superiore a 50 punti. Aumentano le fonderie che migliorano il giudizio complessivo: il 48% lo definisce “buono”, mentre diminuiscono drasticamente coloro che lo giudicano “difficile” (21%). Nessuna impresa del campione indica più il trimestre come “molto difficile”.
L'indice SIX sintetizza le risposte sulle aspettative dei sei mesi successivi alla rilevazione: il valore è ai massimi degli ultimi quattro trimestri, con un incremento di 19 punti rispetto al trimestre precedente. La maggioranza delle fonderie (65%) pensa a un quadro economico che rimarrà stabile, ma aumenta significativamente anche la quota di aziende ottimiste (17%). L’indice, tuttavia, registra livelli che, in assoluto, non sono molto elevati (49 punti): la fiducia degli imprenditori, pur in crescita, non va oltre una visione di stabilità del quadro economico nel breve periodo.

In leggero aumento la visibilità degli ordini
La visibilità degli ordini è in media pari a 2,9 mesi, in lieve aumento (+1,5%) rispetto al trimestre precedente. L'Indice GVO (che misura il giudizio sulla visibilità degli ordini raggiunta nel trimestre di riferimento) rimane al di sotto dei 50 punti (46,9) su una scala di 100. La maggioranza delle fonderie esprime un giudizio soddisfacente (63%), ma pesa l’incidenza di chi ritiene la visibilità ancora scarsa (21%). Il 10,5% delle aziende rispondenti, infine, la considera ottimale.

Ancora difficoltà nella ricerca di personale
Ben l'83% delle aziende che hanno risposto all’indagine nel quarto trimestre 2022 ha ricercato nuovo personale. L'88% è riuscito ad assumere, ma solo il 18% delle fonderie ha trovato tutte le figure professionali desiderate. Le figure più ricercate sono gli operai specializzati (80% del campione) seguiti da quelli generici (58%) e dagli impiegati (58%).

Analisi per comparto: crescono sia il fatturato sia la fiducia
Nel quarto trimestre del 2022 tutti i comparti fanno segnare una crescita del fatturato e una diminuzione dei costi operativi: questi si comprimono fino al -20% per le fonderie di acciaio sul terzo trimestre, mentre le flessioni per quelle di ghisa (-5%) e metalli non ferrosi (-3%) sono più ridotte.
Il sentiment per i prossimi sei mesi raggiunge per tutti i comparti il valore più alto degli ultimi quattro trimestri. L’indice SIX delle fonderie di acciaio raggiunge quota 67 punti (+23 sul terzo trimestre), a significare aspettative molto positive per i primi mesi del 2023.
Significativi gli incrementi anche per le fonderie di ghisa (+16 punti) e di metalli non ferrosi (+19 punti), i cui indici si fermano però rispettivamente a quota 48 e 47 e indicano quindi un quadro non ancora pienamente stabile.

Positivo il calo dei costi energetici, ma le incognite restano ancora troppo numerose
«Il 2022 – sottolinea il presidente di Assofond Fabio Zanardi – si è chiuso per il settore con un risultato positivo in termini di fatturato, dovuto principalmente all’impennata dei costi di materie prime e di energia che ci hanno costretto ad aumentare i prezzi di vendita. I dati provvisori relativi ai volumi di produzione, tuttavia, non sono del tutto soddisfacenti: nei momenti più critici della crisi energetica, quando i prezzi di energia elettrica e gas hanno toccato picchi insostenibili, molte aziende hanno preferito fermare o ridurre la produzione, e questo ha pesato sull’output complessivo. Oggi ci troviamo ad aver iniziato l’anno con un andamento finalmente al ribasso dei costi dell’energia, ma con moltissime incognite: i nodi geopolitici che hanno causato le difficoltà del 2022 non sono ancora risolti, la volatilità dei mercati energetici resta elevatissima e le altre principali voci di costo per le aziende del settore sono ancora in crescita. Per questo possiamo dire che le uniche certezze di questo inizio anno sono inflazione e volatilità, che tuttavia affronteremo con più strumenti e consapevolezza rispetto a 12 mesi fa. I dati del primo trimestre 2023 sono al momento confortanti».