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Concessioni idroelettrico, il Tavolo della domanda «Urgente avviare il processo di disaccoppiamento dei prezzi»
energia
27/02/2025

Per le associazioni che rappresentano l’industria manifatturiera il rinnovo delle concessioni deve essere condizionato al rilascio di energia alle imprese in base al costo di produzione

Milano, 27 febbraio 2025 – Gli effetti della crisi energetica sono solo parzialmente causa diretta dell’aumento del prezzo del gas. In larga parte sono anche riconducibili alla struttura del mercato dell’energia, che ha amplificato tali effetti sui consumatori, aumentando allo stesso tempo, e in egual misura, i profitti dei produttori elettrici.

Tali extra costi, o margini a seconda del punto di vista, valgono, solo per l’idroelettrico oggetto della discussione sul rinnovo delle concessioni, oltre 5 mld €/anno.

Il Tavolo della Domanda, a cui aderiscono le principali categorie manifatturiere di Confindustria (Assocarta, Assomet, Assofond, Assovetro, Confindustria Ceramica, Coordinamento Consorzi Energia, Federacciai, Federbeton, Federchimica) torna a invitare il Governo a non perdere l’unica e irripetibile occasione di avviare il processo di disaccoppiamento dei prezzi dell’energia, condizionando il rinnovo delle concessioni al rilascio di energia alle imprese in base al costo di produzione, e non in base al costo di produzione dell’energia a gas come oggi avviene e come i produttori vorrebbero.

Per il sistema industriale è sufficiente il 20% dei 4.800 impianti idroelettrici citati dalla relazione alla Camera di ieri mattina.

Inoltre, la grande disponibilità di energia idroelettrica, che può arrivare a coprire oltre il 20% della generazione nazionale, proprio in base ai costi bassi di produzione può garantire a tutte le categorie un’energia sicura, ambientalmente sostenibile e competitiva.

Non si tratta di svendere una delle principali risorse energetiche nazionali ai fondi stranieri, come cercano di far credere ai parlamentari della Camera i produttori (che spesso vedono nel loro azionariato proprio i fondi pensione internazionali), ma solo di decidere come utilizzare un bene strategico nazionale a vantaggio del Paese, della sua industria manifatturiera e dei consumatori in generale.

Il Governo e il Parlamento agiscano tenendo conto delle vere necessità del Paese, della sua industria manifatturiera e dei costi che cittadini e imprese sono costretti a pagare, anche ai produttori idroelettrici, a causa di un mercato dell’energia che deve essere riformato.