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Fonderie, il 24 giugno a Lazise l’assemblea pubblica di Assofond “Energia e materie prime: quali prospettive per le fonderie?”
16/06/2022

2021 positivo per il settore: rimbalzo del +34% per la produzione delle fonderie di metalli non ferrosi, del +19% per quelle di metalli ferrosi

Risultato fra i migliori degli ultimi dieci anni per i non ferrosi, trainati dalla crescita della domanda di alluminio nel settore trasporti. Tra i getti ferrosi, stabili ghisa e microfusione, rallenta l’acciaio

I costi energetici e delle materie prime, insieme alla crisi ucraina, incidono sui margini e non spingono all’ottimismo. Delineati in assemblea gli scenari 2022

Sarà la Dogana veneta di Lazise, in provincia di Verona, a ospitare l’edizione 2022 dell’Assemblea generale di Assofond. L’appuntamento è per venerdì 24 giugno, a partire dalle ore 14:00, dopo che in mattinata sarà stata celebrata la parte privata dell’evento, riservata alle imprese associate.

All’assemblea pubblica, intitolata “Energia e materie prime: quali prospettive per le fonderie?”, Assofond presenterà i dati consuntivi del 2021, ma soprattutto delineerà lo scenario che stanno vivendo le imprese di fonderia dall’inizio dell’anno, caratterizzato da una crescente incertezza, legata a un altrettanto crescente numero di fattori destabilizzanti. La crisi russo-ucraina, infatti, non ha fatto altro che sommarsi ai preesistenti problemi legati ai costi energetici e delle materie prime.

2021 da record per la produzione delle fonderie di metalli non ferrosi

Le incognite del 2022 arrivano dopo un 2021 positivo per il settore, in particolare per le fonderie di metalli non ferrosi, i cui livelli di produzione (+34% rispetto al 2020) non solo sono tornati al periodo pre-pandemia, ma sono stati addirittura superiori al 2018. Particolarmente significativa la forte crescita fatta registrare dai getti di alluminio: la produzione si è collocata oltre le 727.000 tonnellate, dato che consente al comparto di riconquistare la leadership europea superando la Germania, i cui volumi nel 2021 si sono fermati a 701.000 tonnellate (+7.4% rispetto al 2020).

Accanto alla crescita dei volumi, le fonderie non ferrose hanno esibito una buona performance di fatturato (+27%), dovuta certo alla spinta inflattiva delle materie prime metalliche ed energetiche, ma non solo. L’industria dei mezzi di trasporto si conferma di gran lunga il mercato di destinazione più importante per le fonderie di metalli non ferrosi: nel 2021 a tale settore industriale sono state destinate 461.357 tonnellate, ovvero oltre la metà della produzione totale dei getti non ferrosi.

Nonostante il 2021 sia stato un anno indiscutibilmente difficile per il mercato dell’auto, frenato dai problemi di approvvigionamento dei chip e dai rincari delle materie prime, la produzione industriale rilevata dall’Istat relativa alle parti e accessori per autoveicoli ha avuto un buon rimbalzo, intorno al +30%, quindi molto vicino al recupero del +35% messo a segno dai volumi di getti non ferrosi destinati al settore dei mezzi di trasporto.

Fra le fonderie di metalli ferrosi recuperano ghisa e microfusione, in difficoltà l’acciaio

Lo scenario delle fonderie ferrose è invece più disomogeneo. La ripresa generale è data dal buon andamento le fonderie di ghisa (+20%) e di microfusione (+14,3%). Non si può dire altrettanto dei getti di acciaio, che hanno registrato una perdita del 2,1%. L’impatto dei maggiori costi energetici e, in generale, di tutte le materie prime, si è scaricato sull’intero settore e si è tradotto in una pesante erosione dei margini aziendali. Sul fronte della domanda, anche in questo caso, meccanica e mezzi di trasporto, restano le voci di riferimento dominanti.

I temi al centro dell’assemblea: energia, materie prime, transizione ecologica

«Quando a ottobre dello scorso anno sono stato eletto alla guida dell’associazione – spiega Fabio Zanardi, presidente di Assofonderavamo nel pieno della crisi dovuta ai costi delle materie prime e a quelli energetici. Tuttavia, la ripresa post-Covid ci spingeva a essere ottimisti. La guerra russo-ucraina ha cambiato repentinamente le carte in tavola. Oltre agli sconquassi geopolitici legati a un conflitto armato, le cui ripercussioni sono sempre immediate su un ecosistema produttivo, le fonderie, e più in generale le imprese energivore, sono state le prime a subire l’impennata dei prezzi di gas e petrolio e la strozzatura di materie prime da quei mercati fornitori. L’inflazione, l'annunciata stretta monetaria delle banche centrali e adesso le incognite legate all’auto elettrica stanno smontando definitivamente tutto quel poco di positivo previsto uscendo dalla pandemia».

Sarà quindi dal dibattito in assemblea, tra gli speaker e soprattutto gli imprenditori in sala, che emergerà con più chiarezza il percorso critico che le fonderie stanno attraversando e le soluzioni per poterne uscire.

PROGRAMMA

Ore 12,30: PRANZO DI NETWORKING APERTO A TUTTI I PARTECIPANTI
Ore 14,00: ASSEMBLEA PUBBLICA ENERGIA E MATERIE PRIME: QUALI PROSPETTIVE PER LE FONDERIE?

La fonderia italiana: quali prospettive dopo il rimbalzo del 2021?
Fabio Zanardi
(Presidente Assofond)

Lo scenario geopolitico e le conseguenze economiche della guerra
Andrea Beretta Zanoni
(Professore Ordinario di Economia aziendale, Presidente VUHVicenza Univr Hub, Partner Endevo Spa)

I mercati energetici oggi e le prospettive per i prossimi anni
Massimo Beccarello
(Docente di Economia industriale, Università Milano Bicocca)

Il mercato delle materie prime fra pandemia, green deal e guerre
Gianclaudio Torlizzi
(Fondatore di T-Commodity)

Ore 16,00: CONCLUSIONE LAVORI E APERITIVO