Presentate in assemblea le stime dell'Ufficio studi
La meccanica italiana si avvia a chiudere il 2025 con un nuovo segno negativo, proseguendo il rallentamento iniziato due anni fa: secondo le stime dell’Ufficio studi di Anima Confindustria la produzione calerà dell’1,4%, fermandosi a 59,1 miliardi, dopo il -1,3% del 2024, con tutte le sei filiere della Federazione coinvolte. Ancora più debole l’export, previsto a 32,9 miliardi (-1,7% dopo il timido +0,7% dell’anno precedente), un dato allarmante se si considera che oltre il 55% del fatturato del comparto arriva dai mercati internazionali. In sofferenza anche i segmenti più rilevanti: macchine e prodotti per l’edilizia dovrebbero chiudere a -2,4%, le tecnologie per l’industria alimentare a -0,7% e la logistica a -0,8%; particolarmente esposti alla congiuntura negativa i macchinari per energia e industria chimica-petrolifera (-1% nella produzione, -1,7% nell’export), mentre si conferma più stabile il settore delle tecnologie per la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente. Sul fronte occupazionale è atteso un lieve arretramento (-0,1%), comunque indicativo della difficoltà a mantenere gli attuali livelli. “Siamo di fronte a uno scenario critico che richiede interventi mirati delle istituzioni”, ha dichiarato il presidente di Anima Confindustria, Pietro Almici, sottolineando la necessità di risposte coordinate ai dazi statunitensi e di politiche industriali stabili a sostegno dell’innovazione, ricordando inoltre che la meccanica italiana “resta il cuore pulsante dell’economia nazionale”, ma che la resilienza del settore “non può bastare da sola” senza sostegni concreti e una visione strategica condivisa.