Analisi congiunturale dei prezzi dell’energia elettrica e del gas
I mercati energetici europei continuano a essere profondamente condizionati dall’instabilità geopolitica internazionale. L’ultimo drammatico sviluppo, con l’intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto Israele-Iran e il bombardamento di alcuni siti nucleari nella Repubblica Islamica, ha determinato una fiammata dei prezzi su tutte le principali commodity energetiche nella settimana del 23 giugno, seguita però da una correzione altrettanto rapida grazie all’annuncio di una tregua temporanea e a una reazione limitata di Teheran. Il livello di rischio nell’area rimane comunque elevatissimo, mentre i mercati europei si muovono in un equilibrio sempre più fragile, influenzato anche dalla prosecuzione del conflitto in Ucraina, dalle tensioni in Asia e dal clima di incertezza globale.
In questo contesto, la Commissione Europea ha confermato l’obiettivo di completare il phase-out del gas russo entro il 2027, con la previsione di vietare nuovi contratti e interrompere le forniture spot già entro la fine del 2025, ma diversi Stati membri (tra cui Ungheria e Slovacchia) continuano a manifestare una forte dipendenza energetica da Mosca.
Nella seconda metà di giugno l’Europa è stata colpita da un’ondata di caldo eccezionale, in particolare con temperature che in molte aree del continente hanno superato i 40 gradi. Dalla Spagna alla Francia, passando per la Germania e la Grecia, senza dimenticare l’Italia, i termometri hanno raggiunto valori record, causando un’impennata dei prezzi dell’energia. L’equilibrio tra domanda e offerta nei mercati elettrici si è fatto più fragile: la richiesta di energia per il raffrescamento è aumentata, mentre la produzione si è ridotta sia per i fermi dei reattori nucleari francesi, dovuti alle alte temperature dei corsi d’acqua, sia per la minor resa degli impianti eolici nel Nord Europa e per la scarsa efficienza dei pannelli solari sotto il sole cocente. Anche la produzione idroelettrica, già in calo rispetto all’anno precedente, ha inciso negativamente.
Il mese di giugno 2025 si chiude con un rincaro dei prezzi medi rispetto a maggio, soprattutto sul fronte dell’elettricità: il PUN nazionale, è arrivata a 112 €/MWh, segnando +19% su maggio e +8% su giugno 2024. In Germania il prezzo medio si è fermato a 64 €/MWh (-5% rispetto al mese precedente, -25% sull’anno), mentre in Francia è esploso, più che raddoppiato rispetto a maggio e segnando +19% anno su anno; la Spagna, infine, ha visto un’impennata del prezzo medio OMIE a 73 €/MWh, con una crescita superiore al 300% rispetto a maggio e del 29% in confronto a giugno 2024.