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Silvano Squaratti

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Le prime misure adottate dagli USA e dalla UE
23/02/2022

In risposta alla minaccia all’integrità territoriale dell’Ucraina avvenuta con il riconoscimento da parte della Russia delle autoproclamatesi Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, Stati Uniti, Unione europea e Regno Unito hanno approvato i primi pacchetti di sanzioni, ai quali dovrebbero aggiungersi quelli di altri Paesi, come Canada, Australia e Giappone.

Le misure USA in vigore dal 21 febbraio sono dirette alle due repubbliche da/per le quali sono vietati nuovi investimenti, attività di import/export, transazioni finanziarie, operazioni, facilitazioni o garanzie a copertura, il “congelamento” di beni, proprietà ed entità, controllate o collegate e la “designazione” di ulteriori banche, persone fisiche e giuridiche russe e ulteriori misure per limitare la capacità della Russia di finanziarie il debito sovrano. Le attività in essere con le due repubbliche dovranno essere chiuse (wind down) entro il 23 marzo. Sono previste esenzioni per commodities agricole, medicinali, apparecchiature biomedicali e farmaci per Covid-19, alcune transazioni collegate al settore postale e delle comunicazioni, le attività delle principali Organizzazioni Internazionali, le transazioni non commerciali, le rimesse personali e i servizi per lo scambio di informazioni personali su internet.

Le misure approvate dalla Ue oggi pomeriggio (23 febbraio), ma non ancora rese pubbliche, dovrebbero sostanzialmente rispecchiare quelle USA, sia nelle parti rivolte alle due repubbliche che nell’inasprimento delle sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, inclusa la “designazione” di ulteriori entità fisiche e giuridiche, politiche e militari. Queste prime misure vanno distinte da quelle da adottare in caso di “invasione” e si caratterizzano per gradualità e proporzionalità, mirando ad evitare un’escalation militare. Restano, pertanto, aperte le opzioni più drastiche: in particolare quelle relative al sistema dei pagamenti internazionale ed al settore energetico. Lo scenario, tuttavia, è in rapida evoluzione.

I dettagli sulle misure decise dai Paesi occidentali sono riportati nella nota a cura di Confindustria scaricabile dal link di seguito (documento riservato agli associati Assofond).